FLEPAR Inail formula proposte operative per una PA a servizio di cittadini ed imprese, a sostegno del mondo impresa-lavoro e delle PMI. Sviluppa le competenze interdisciplinari dei professionisti pubblici per riforme: PA, sicurezza sul lavoro, giustizia, legalità, prevenzione della corruzione.

Ad attività sindacale FLEPAR affianca una intensa attività propositiva e di studio, fornendo contributi in materie strettamente correlate ai compiti istituzionali Inail: si pone come un laboratorio di idee e progetti caratterizzato da un approccio concreto, frutto dell'esperienza diretta sul campo.

Associazione apolitica e senza scopo di lucro, con carattere sindacale, col fine di tutelare interessi giuridici, economici, e funzione, professionalità, dignità e autonomia dei Professionisti Inail.
Interlocutore sindacale dell'Amministrazione, siede con piena legittimazione a tutti i tavoli sindacali.

Nel corso della storia di FLEPAR Inail abbiamo compreso che non sempre è sufficiente avere una buona idea, svilupparla e proporla nelle giuste sedi ma è altrettanto importante la modalità con la quale questa iniziativa viene veicolata e comunicata. Ci siamo resi conto che una comunicazione adeguata e moderna costituisce un valore aggiunto.

Il testo del saluto del Ministro Orlando in occasione degli Stati Generali dell'Avvocatura Pubblica

STATI GENERALI DELL’AVVOCATURA PUBBLICA

Milano Marittima, 7-8 novembre 2014

Indirizzo di saluto del Ministro della Giustizia Andrea Orlando

Avrei partecipato volentieri a questo incontro, ma impegni pregressi me lo hanno impedito.

Affido allo scritto il mio saluto.

Questa occasione di dialogo e confronto per l’avvocatura pubblica è di particolare importanza, inserendosi in una nodale fase di riforma della giustizia e di riflessione sul ruolo e sul concorso dell’Avvocatura a tale riforma.

Sin dall’inizio del mio mandato ho tenuto ad instaurare ed a mantenere vivo il canale di comunicazione con il mondo dell’Avvocatura, convinto che le attuali azioni riformatrici potranno dare i frutti sperati solo con la sua proficua collaborazione.

La recente modifica della disciplina della professione forense, l’avvio del processo civile telematico, la pianificata riforma della giustizia civile e la introduzione di nuovi modelli di definizione delle controversie, muovono verso la ridefinzione del profilo dell’Avvocatura in funzione di un notevole contributo di questa alla realizzazione di una giustizia più efficiente e più rapida.

La riforma forense, di cui stiamo completando l’attuazione con il varo dei regolamenti, delinea la figura dell’avvocato come quella di un professionista a cui si richiede una formazione continua e un buon livello di specializzazione, sempre più inserito nella dimensione pubblicistica della funzione difensiva, declinata verso un modello di vero e proprio servizio al cittadino.

La riforma della giustizia varata dal mio Dicastero punta su una decisa valorizzazione del ruolo dell’Avvocato.

In tal senso si orientano gli interventi di degiurisdizionalizzazione contenuti nel recente d.l. 123/2014.

Nell’introdurre forme alternative di risoluzione delle controversie, l’intervento normativo intende limitare il numero delle cause civili in ingresso, inserendosi nel solco dell’istituto della mediazione: primo fra tutti l’istituto della negoziazione assistita, che si pone quale strumento complementare alla già avviata mediazione.

Sempre nell’ottica della degiurisdizionalizzazione è stato previsto, inoltre, un ampliamento dell’istituto dell’arbitrato, regolando la possibilità di migrazione in quella sede delle cause civili pendenti, sia in primo grado che in grado di appello.

Tali novità legislative enfatizzano la pluralità dei ruoli propri dell’avvocato nel sistema giudiziario civile: l’avvocato si ritrova ad esercitare attività extra-giudiziale propria ed autonoma con finalità compositiva dei conflitti, in un ruolo pubblicistico di ausilio alla deflazione delle liti, con conseguenti responsabilità e rinnovati doveri deontologici, di lealtà, riserbo, corretta informazione alle parti, doveri pure espressamente vocati nel decreto legge.

L’iter parlamentare del d.l. 132/2014 ha posto l’accento in modo specifico sull’avvocatura pubblica: la translatio in arbitrato delle liti pendenti riguarderà anche le cause in cui è parte una pubblica amministrazione, il cui consenso alla translatio si presume, salvo dissenso espresso entro trenta giorni; nella negoziazione assistita, le pubbliche amministrazioni avranno l’obbligo di affidare la convenzione di negoziazione alla propria avvocatura, se presente.

Le disposizioni, dunque, lanciano una sfida che auspico saprà essere colta dall’Avvocatura pubblica: quella di saper svolgere in modo efficace il ruolo stragiudiziale di consulenza e supporto alle amministrazioni pubbliche, per la definizione delle liti fuori dalle aule di giustizia. L’Avvocatura pubblica diverrà così protagonista di un cambiamento che potrà essere epocale, contribuendo non solo alla deflazione del carico giudiziario, ma anche ad una maggiore efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione.

Il processo civile telematico, avviato con il d.l. 90/201 e esteso al giudizio di esecuzione con il d.l. 132/2014, vede il coinvolgimento attivo dell’Avvocatura, segnatamente di quella pubblica, che partecipa attivamente al tavolo permanente per il PCT istituito presso il Ministero.

Mi auguro che gli strumenti organizzativi e normativi adottati dal Ministero consentano di cogliere il senso più profondo della sfida del cambiamento, che passa per il rinnovato ruolo dell’Avvocatura, con un uovo senso di responsabilità e partecipazione ad un progetto comune.

Nel disegno di una giurisdizione efficace ed efficiente bisogna superare gli stereotipi che vedono gli avvocati come il problema o una parte del problema: gli avvocati sono invece parte della soluzione, ma va chiesta loro un’assunzione di responsabilità che li porti ad assumersi parte del peso.

Sono convinto che sia possibile risolvere i problemi della giurisdizione solo attraverso un rapporto forte con l’Avvocatura. Ed è per questo che l’attuazione della riforma dell’ordinamento forense dovrà essere un tutt’uno con la riforma della giustizia.

L’Avvocatura pubblica, poi, ha una missione persino più importante di quella dell’Avvocatura nel suo complesso, potendo e dovendo svolgere un ruolo di consulenza stragiudiziale eni confronti delle pubbliche amministrazioni, consulenza volta non solo a prevenire le liti giudiziali – con effetto deflattivo di esse – ma anche a garantire la trasparenza e la legalità dell’azione pubblica, e un miglior rapporto tra cittadini e imprese da una parte, e pubbliche amministrazioni dall’altra.

Sono certo che dalle odierne giornate di lavoro potranno scaturire utili indicazioni e proposte per il migliore contributo dell’Avvocatura pubblica alla riforma della giustizia.

Buon lavoro a tutti.

Andrea Orlando